Amici pelosi – genere letterario
Amici pelosi
In ambito letterario si trovano innumerevoli riferimenti agli animali. Circa 500 anni a.C. Esopo narrava favole nelle sue favole con protagonisti animali con caratteristiche umane. Virgilio descriveva i lamenti dell’usignolo per la scomparsa dei suoi piccoli, Catullo citava la morte del passerotto di Lesbia, Omero con il cane Argo di Ulisse il montone amato da Polifemo E ancora Gellio, nei cui scritti gli animali spesso si dimostrano migliori degli uomini; il leone diventa amico di Androclo e non lo sbrana.
San Francesco diceva che se l’uomo ricordasse il destino degli essere viventi forse imparerebbe ad amare nostra Madre Terra che ci sostenta e governa: e c’è tuto un fiorire di leggende e narrazioni sulla sua capacità di parlare agli animali e di farseli amici: una su tutte la storia del lupo di Gubbio ammansito con parole dolci e atteggiamento benevolo dal Santo.
Non si parlava ancora di “Amici pelosi” ma nel suo tempo Leonardo da Vinci scrisse: Verrà un tempo in cui considereremo l’uccisione di un animale con lo stesso biasimo con cui consideriamo oggi quella di un uomo.
Parini, Manzoni, Leopardi, Zanella inseriscono nelle loro opere immagini di animali che vivono insieme o nelle vicinanze dell’uomo, talvolta attribuendo loro emozioni umane.
Ricordiamo Zanna Bianca di Jack London, cane lupo, diviso tra richiamo della foresta e desiderio di vivere con gli uomini; e Verga col suo asino Rosso Malpelo maltrattato da tutti.
Pascoli ne parla come compagni del quotidiano, mentre George Orwell ne La fattoria degli animali attribuisce loro un intento rivoluzionario nei confronti dell’uomo che lo sfrutta.
Moltissimi gli esempi di testi sul rapporto uomo-animale: da filosofi, quali Pitagora, Empedocle, Teofrasto, Stratone di Lampsaco, Plutarco, Porfirio, a Darwin: Come l’uomo, anche gli animali percepiscono gioia e dolore, felicità e infelicità.
Amici pelosi: un genere letterario antico e attuale, seguitissimo e affascinante.