Cucina- genere letterario

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Cucina

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Un ricettario è una raccolta di ricette. Il significato più comune è legato alla culinaria, ma non mancano, soprattutto nel campo dei mestieri e delle arti del medioevo, ricettari tecnici.

In ogni caso le ricette, sebbene spesso ordinate per argomenti, sono presentate in un ordine più o meno casuale, quindi si tratta di testi “composti” o miscellanei.

Sia la struttura che il linguaggio delle ricette di cucina hanno subìto, nei secoli, trasformazioni tutto sommato modeste. L’unica differenza sostanziale che corre tra le ricette antiche e quelle moderne è che in queste ultime sono precisate le dosi, indicati i tempi di cottura, descritti più in dettaglio i procedimenti: ciò si spiega, del resto, col fatto che le antiche raccolte erano destinate da cuochi ad altri cuochi, mentre le moderne, da chiunque compilate, sono perlopiù indirizzate alle massaie e ad un pubblico generico la cui competenza tecnica non può darsi per scontata.

Le ricette di Apicio sono sintetiche e frettolose, e talora disordinate e confuse; la cosa è aggravata dalla dovizia degli ingredienti (non tutti noti) e dalla complessità dei piatti. È rara l’indicazione delle dosi; sommaria la descrizione delle operazioni. Al destinatario delle ricette ci si rivolge con la seconda persona singolare del futuro: “prenderai”, “condirai”, “cuocerai”. A Napoli all’inizio del ‘300, fu scritto in latino da un cortigiano del re Carlo II d’Angiò uno dei più antichi trattati di cucina medioevali, il Liber de coquina. I ricettari medievali – per esempio quelli trecenteschi pubblicati da Ludovico Frati e Salomone Morpurgo – assomigliano molto, per struttura e linguaggio, alle coeve raccolte di “segreti” medico-farmaceutici. Si tratta, in effetti, di stringati recipe introdotti di norma dallaformula “se vuoi fare”, seguìta dalla denominazione del piatto, e conclusi di solito dall’altra formula “e serà bona vivanda” (“e serà bono e perfetto”, “ed è optimo”, ecc.), che ricorda la consueta chiusa “ed è rimedio sperimentato” delle ricette medicinali. Nel rivolgersi al lettore, è usato l’imperativo: “togli” (cioè prendi), “trita”, “stempera”.

Un famoso ricettario del Medioevo è il Würzburger Kochbuch detto anche Der Buoch der guoter Spise (Il libro del buon cibo). Risalente all’incirca al 1350, consta di 101 ricette, alcune delle quali di origine orientale, portate in Europa dai Crociati. Fu scritto in mittelhochdeutsch dal “protonotaro” Michael de Leone alla corte del principe vescovo della città bavarese.

Le quattrocentesche ricette di cucina di Maestro Martino da Como si distinguono dalle precedenti solo per una più accurata descrizione dei procedimenti e per una maggiore precisione terminologica. Le ricette del suo dotto allievo Bartolomeo Platina, splendidamente concise, sono corredate, di regola, da osservazioni mediche e dietetiche e inframmezzate, talora, da garbati aneddoti…